Testo e foto di Sara Santarelli

Questa è la storia che non avremmo voluto ascoltare. Eppure Buruna amava la vita, aveva solo 22 anni. Per questo lunedì d’agosto un nuovo appuntamento con il progetto fotografico di Sara Santarelli, “WIFE. Wonderful Instrument For Enjoyment” un progetto fotografico ma prima di tutto una promessa fatta: quella di far conoscere a quante più persone possibile la storia di Beauty, Joimuni, Strismoti, Buruna, e tutte le altre che ogni giorno lottano per essere Donne (ndr).

BURUNA, AVREBBE 22 ANNI.

” Amavo la vita e ballare, cantare, suonare l’armonietto, ero una ragazza solare e brillante. La mia era una famiglia moto povera, mio padre non riuscì a pagare tutta la dote de mio matrimonio e questo non piaceva molto al mio sposo e alla sua famiglia.
Spesse volte ricevo delle botte, sempre più forti, in tutto il corpo e sulla testa.
Mi sentivo colpevole anche se non avevo fatto nulla di male per meritarle.
Poi un giorno hanno dato la triste notizia della mia morte. Ictus, quella fu la giustificazione.
Me ne sono andata portando con me i motivi veri del mio decesso.
Una donna che subisce violenza in Bangladesh è solo una tra le tante.
Ora mio marito ha una nuova moglie e io sono solo un vecchio e scomodo ricordo.”

W.I.F.E
Wonderful instrument for enjoyment
La triste condizione delle spose bambine in Bangladesh.

Per i miei 21 anni ho deciso di partire per il Bangladesh qui ho passato due mesi assieme alle popolazioni tribali Munda nella foresta
del bengala, il regno della tigre reale, qui sono stata ospitata da un gruppo di ragazze ribelli, che hanno deciso di fuggire dalle loro case per dire no ai matrimoni
forzati e precoci, un grave problema di tutto il subcontinente indiano.
Queste giovani donne hanno trovato rifugio in una piccola comunità gestita da un uomo italiano, che da 45 anni da servizio in questo paese aiutando i più poveri: Padre Luigi Paggi.
Da giovane donna ho deciso di abbracciare questa causa. Tra i vicini villaggi ho realizzato un progetto fotografico che documenta e mostra le storie e i volti di donne che non si sono
salvate, storie reali di violenza e ingiustizia che solitamente vengono tenute nascoste per timore.
Queste donne si sono fidate di me e hanno deciso di parlare, io ho promesso loro che avrei raccontato a più gente possibile le loro testimonianze e che avrei tentato in ogni modo di far conoscere la
loro realtà alle sorelle che vivono in mondi lontani.

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Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni
che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua
intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete
lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le
avete tappato, per le ali che le avete tagliato,
per tutto questo:
in piedi, Signori, davanti ad una Donna.