Testo e fotografie di Virginia Righeschi

Zaino in spalla ed inizi a camminare.

Tra il sole e la pioggia attraversando boschi, radure, distese infinite di mais, paesi dimenticati da Dio, periferie industriali e statali trafficate. I tuoi passi sono l’unico rumore che senti, scandiscono il tempo e ti perdi dentro i pensieri trovandoti in un limbo esistenziale, non sai dove ti trovi, che ore sono e quanto ancora dovrai contare i passi sotto i tuoi piedi, i campi coltivati, le case abbandonate e le nuvole nel cielo, a volte tempestoso, a volte sereno: questa è l’essenza di essere in viaggio, di mettere in discussione la tua vita ogni passo che avanza.

Partire per viaggiare verso una meta con lo scopo di camminare e riuscire a perdersi dentro noi stessi per arrivare alla meta, pieni di emozioni da aggiungere al nostro già pesante zaino. Durante questo pellegrinaggio ho incontrato posti mai visti che riuscivano a raccontarmi il popolo ed il paese che stavo attraversando.

Persone sconosciute, provenienti da posti lontani e con vite differenti dalla mia, lungo il Cammino diventano la famiglia con cui riposare e confidarsi la sera, con la stanchezza nelle gambe e la felicità negli occhi di chi vede le cose con una visione libera da concetti e che rispecchia solo la tua anima.

Ho cercato di raccontare il mio Cammino con un occhio oggettivo come per racchiudere in uno sguardo neutrale il paesaggio che ha fatto da sfondo a tutte le esperienze che ho vissuto. Posti silenziosi, malinconici e vuoti, che sembrano trovarsi in quel dato luogo quasi per caso, come non curanti di tutti i pellegrini che passano davanti a loro, come se il tempo e le personenon fossero un loro problema.

Non-luoghi sul Cammino verso Santiago, sulle strade del pellegrinaggio. Tutto quello che ho incontrato e fotografato mi ha raccontato un po’ su ciò che è il Portogallo: la sua storia, il suo territorio, le sue problematiche e soprattutto ho potuto conoscere i suoi abitanti, persone legate alla propria terra, alle proprie radici che non vogliono arrendersi ai problemi e all’avanzare della “società moderna” ma che con la loro forza di volontà portano avanti la loro storia.

Il Cammino è come una metafora dell’esistenza stessa, un percorso pieno di problemi e difficoltà, intorno le divergenze nel paesaggio, nelle persone e nella società… raccontando le mie visioni sul percorso ho riassunto l’avanzare delle mie prospettive e del mio percorso sia dal punto di vista fotografico che personale. Come mi auguravano i contadini incontrati lungo il Cammino, prendo ogni frammento di questo viaggio e penso: ¡Animo!

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Qui lo slideshow del reportage

L’album delle fotografie è anche sulla pagina Facebook di Erodoto108

Virginia Righeschi nasce a Montevarchi nel 1990. Da sempre appassionata di cinema e fotografia, dopo aver terminato gli studi all’istituto tecnico geometra, frequenta il corso di laurea triennale presso la LABA, Libera Accademia delle Belle Arti di Firenze, con indirizzo fotografia. Con il progetto fotografico “Fotografando verso Santiago: il Cammino Portoghese” si laurea, nel febbraio 2013, con il massimo dei voti. La sua tesi viene selezionata nella 10° edizione di “Crediamo ai tuoi occhi” durante l’evento FotoConfronti 2013, grazie alla quale espone presso il CIFA, Centro Italiano Fotografia d’Autore di Bibbiena. Attualmente lavora nel settore di produzione video, nonostante segua vari progetti fotografici.
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