Testo e foto di Fiorella Baldisserri

Avevo 3 anni, ogni mattina chiedevo a mio padre di portarmi in fondo alla strada dov’era parcheggiata un’ambulanza: ero affascinato, non dal mezzo e dai suoi colori, ma dalle persone coi camici bianchi che immaginavo correre per salvare vite umane. Da allora non ho mai smesso di pensare che quello sarebbe stato il mio lavoro, la mia vita.

Questa è solo una delle interviste fatte ad un infermiere del 118 Bologna Emilia Est.  Con il mio lavoro ho voluto mostrare la straordinarietà di queste persone,

Persone che hanno speso anni della propria vita in pronto soccorso, in rianimazione, in corsia d’ospedale prima di arrivare ai corsi di preparazione per l’accesso al 118.

Da ottobre 2018 seguo questo team su ogni mezzo a disposizione: 64 ambulanze, 11 auto mediche, 2 elicotteri e 4 biciclette elettriche sanitarie.800 chiamate al giorno che attivano altrettanti servizi d’assistenza. Ho trascorso notti e giorni al loro fianco, ho corso e volato con loro documentando l’umanità dei loro sguardi, la preparazione nei gesti, la fermezza nelle azioni, il silenzio del dopo.

Non è l’adrenalina a guidarli ma un sentimento forte che hanno dentro. I giorni si susseguono mai uguali, ogni evento è una storia diversa. Pochi minuti che a volte fanno la differenza, la consapevolezza di vivere sul filo sottile tra vita e morte. E in mezzo il tutto