Testo e foto di Letizia Sgalambro

Solitamente le città vengono fondate lungo la riva di un fiume, Lione invece è una piacevole eccezione: i fiumi che l’attraversano sono due, Il Rodano e la Saona, che nella periferia della città affluisce nel Rodano stesso.

E proprio alla confluenza dei due fiumi è stato pensato il nuovo museo antropologico, costruito nel 2014 con tanti pannelli di acciaio inox. La scelta degli architetti è stata quella di non fornire una facciata principale precostituita, ma utilizzare il riflesso fra terra e cielo per rappresentare il sapere che il museo vuole proporre: un sapere vivo, in costane evoluzione, che si arricchisce dal confronto e dalla confluenza di culture, colori, immagini.

Nella sua descrizione il museo viene definito come una filosofia dell’incontro, un gusto per lo scambio, un’intelligenza di sguardi incrociati.

Questo progetto dinamico, basato su domande, problemi e sfide contemporanee, non ha precedenti nell’universo multiplo dei musei europei di oggi. La sua ragion d’essere e la sua ambizione sono mettere in discussione solo il “lungo termine” capace di comprendere la complessità del mondo e di assicurare la sua missione fondamentale di diffusione della conoscenza.

Costruito con mostre temporanee e permanenti, (Il museo ha come patrimonio più di 2,2 milioni di oggetti via via assemblati in una storia di mezzo millennio), fonda la sua natura sul dialogo fra diversi punti di vista. Da diverse rappresentazioni dell’origine dell’uomo e del mondo, si interroga sull’eternità, su come viene vissuta la fine nelle diverse culture, si sofferma sul ruolo dell’uomo all’interno della rete delle specie animali, così come la costruzione delle società, dei nuclei di convivenza fra più persone. A partire dalle sue collezioni, unisce le ricerche più recenti in tutti i campi della scienza e della tecnologia, dell’archeologia e dell’etnologia, della museografia e della mediazione della conoscenza.

L’albero della vita

Mostre interattive, con diversi approcci adatti a fasce diverse di età, i percorsi espositivi sono affascinanti e richiederebbero almeno una giornata intera per essere visitati.

All’esterno un ampio giardino con sentieri e laghetti e il panorama della confluenza dei due fiumi, che acquista in questo modo un senso molto più ampio che solo un fenomeno fisico.