Testo e foto di Sebastiano Alessio Delre e Giuseppe Errico

(… cerca le puntate precedenti sul nostro blog)

LA MURGIA

Siamo fortunati. Proprio oggi a San Fele comincia la festa più sentita del paese, in onore del Santo nativo del luogo, San Giustino. Assistiamo alla tradizionale fiaccolata che apre i festeggiamenti. E’ un’esperienza emozionante. Tutti gli abitanti partecipano alla fiaccolata. Per l’occasione tutte le luci sono spente e c’è un silenzio profondissimo. La fiaccolata comincia fuori dal paese, entra cantando fra i borghi incantati del centro abitato e termina di fronte alla chiesa, dove i pochi bambini delle elementari inscenano una rappresentazione teatrale della vita di San Giustino. Partecipiamo con interesse e in tanti si presentano e ci spiegano l’importanza della festa di San Giustino per San Fele. Ci sembra davvero di fare un viaggio nel tempo. Forse cento anni fa, la festa di san Giustino era esattamente così come l’abbiamo incontrata noi oggi.

L’indomani, abbiamo giusto il tempo di fare un tuffo nelle splendide cascate di San Fele per poi continuare il nostro viaggio verso Rionero, Ginestra, Ginosa, e Spinazzola. A Spinazzola, Vito ci aspetta con un programma densissimo. Abbiamo giusto il tempo di poggiare i bagagli e fare una doccia e siamo già in macchina, con Vito e i suoi tre bambini, di tre, cinque e sette anni che ci fanno le feste. Andiamo in campagna dove si festeggia la nonna Anna che oggi compie 80 anni. I dodici figli della nonna Anna abitano tutti fra Spinazzola e Minervino Murge e oggi sono tutti presenti, con consorti, nipoti, e pronipoti. Sembra un matrimonio. Mariangela, la moglie di Vito, ci presenta sua nonna Anna e tutti gli invitati, uno ad uno. Facciamo una gran confusione con i nomi, sia perché gli invitati sono tanti, ma anche perché beviamo troppo vino. 

 Intanto i bambini corrono e gridano a destra e a sinistra. Non riusciamo a distinguere i bambini dalle bambine, sono scalzi, tutti vestiti con pantaloncino e maglietta colorati. I capelli sono un po’ lunghi e un po’ corti e non si riesce a guardarli bene in faccia perché corrono e non si fermano mai. Mentre i bimbi giocano senza controllo, gli adulti mangiano senza tregua. Per la festa della nonna Anna, ognuno ha preparato qualcosa. Il che significa che un esercito intero potrebbe mangiare oggi, domani e dopodomani. Formaggi locali e salsiccia secca di Spinazzola solo per cominciare. Poi focacce, panzerotti, pizze rustiche, melanzane grigliate e melanzane ripiene; e poi ancora mozzarelle, ricottine, burratine, calzoni, bruschette, olive dolci fritte, taralli, polpette, friselle, lampascioni, zeppole, peperoni al forno con aglio e capperi, zucchine alla poverella e formaggio arrostito. E ovviamente questo è solo l’antipasto. Tutti aspettano il vero pezzo forte della serata: La carne alla griglia. Sebastiano, il papà di Mariangela, ha acceso il fuoco alle cinque del pomeriggio. In quanto a professionalità, Sebastiano può fare concorrenza alle migliori bracerie del posto. Bombette, spiedini, salsicce, fegatelli, costine e costolette. La carne salta di vassoio in vassoio, dalla brace ai tavoli e tutti si servono in disordine, mentre parlano, ridono, mangiano e bevono. Non c’è musica ma tutti si alzano, si allontanano, ritornano e si riaccomodano come se ballassero. Ci complimentiamo con Sebastiano per la salsiccia secca di Spinazzola. “Ok, grazie. Sono contento che vi piaccia. E’ tipica di Spinazzola. Domani mattina vi accompagno da Nicola, un amico mio, che la prepara e la vende ad amici e clienti fidati. Se volete potete comprarne un po’ da lui così la portate a casa con voi.”

Non ci aspettavamo un ricevimento di queste dimensioni. Abbiamo serie difficoltà a resistere. Non riusciamo a capacitarci di come tutti riescano a mangiare così tanto. Ma non solo. E’ già mezzanotte e nessuno sembra avere sonno. In seguito Vito ci confiderà il segreto. “Da queste parti, non si può sopravvivere se non ci si ferma ai box dalle due alle sei di pomeriggio. Non è una pennichella, è proprio una dormita di quelle profondissime. Alcuni si mettono proprio il pigiama. Fa troppo caldo, per strada non c’è nessuno. Dormono tutti. Verso le cinque e mezza, sei, ci si alza, si prende il caffè e così comincia il pomeriggio. Così i bambini possono giocare in piazza fino alle due di notte e i grandi fanno quello che devono fare.”

Intanto siamo ancora assediati dal cibo. Non ci è concesso rifiutare. Quando proviamo a rifiutare qualcosa adducendo per scusa che “siamo pieni”, ci guardano di malocchio. Rosetta, la sorella di nonna Anna, ci fornisce un ottimo consiglio per continuare la maratona. “Non preoccupatevi, basta fare due passi, bere un sorso di vino e poi vedrete, sentirete un leggero languorino, e potrete ricominciare ad assaggiare tutto.” Non osiamo contraddire Rosetta e seguiamo il suo prezioso consiglio. Alla fine accettiamo qualunque cosa. E per questo tutti sono contentissimi di noi. 

Ad un certo punto perdiamo coscienza, io cado su un’amaca e Giuseppe si addormenta su una sedia di vimini. Verso le tre di notte, Vito viene a raccoglierci e ci porta a casa. “Ragazzi, non va bene addormentarsi così con lo stomaco pieno. Dai, su, andiamo a prendere un grappino e poi a nanna.” Lo seguiamo trascinandoci con le nostre ultime forze. E’ un’ora imprecisata della notte. Il bar di Spinazzola è aperto. Non ha ancora chiuso. Oppure ha appena aperto. Grappa. Poi crolliamo sui nostri letti senza avere la forza di spogliarci.

La digestione di questa cena è stata più dura della peggior salita del nostro viaggio. Ci svegliamo alle dodici con la gola secchissima e lo stomaco che sembra aver percorso la Parigi-Dakar. Prepariamo le bici e ci rimettiamo in sella senza dire una parola. Non abbiamo la più pallida idea di quello che stiamo facendo. Vito e i suoi tre bimbi sono venuti a salutarci. Promettiamo di ritornare l’anno prossimo. Mentre stiamo per partire verso la strada che ci porterà a Poggiorsini, Sebastiano ci insegue con una busta di plastica piena di formaggi e salsiccia secca. “Ragazzi, Nicola mi ha dato questi, non potete perdervele. Portatele con voi.” Carichiamo tutto, ci abbracciamo come se fossimo fratelli e ci salutiamo.    

IL MARE

 Il viaggio da Spinazzola a Poggiorsini e poi per Ruvo di puglia, fino a Bari è una passeggiata rispetto alla cena del giorno precedente. Le salite sono finite, finalmente. E fortunatamente oggi non fa tanto caldo. Ci godiamo la murgia, le sue lunghe distese di terra gialla che si alterna con colline rocciose. Arriviamo a Poggiorsini, tappa obbligatoria per Giuseppe, a breve gli daranno la cittadinanza onoraria per quante volte c’è andato. Sostiamo per un caffè in un bar vicino la famosa balconata di Poggiorsini, un posto da cui ci si affaccia su una distesa infinita di campagne e colline. Il tempo di farci fare una foto ricordo, in posa come due che hanno appena vinto il giro d’Italia e ripartiamo!
Pedaliamo lungo infiniti rettilei che sembrano non finire mai costretti a fermarci soltanto per qualche imprevisto.

Il primo imprevisto è un gregge di pecore che ci taglia prepotentemente la strada e restiamo fermi 15 minuti seduti sulle nostre biciclette ad ammirare la carovana bianca che ci passa davanti. Il secondo imprevisto è Giuseppe che affamato decide di fare una sosta e “rubare” delle pere da un albero lungo la strada.
Si avvicina con la bicicletta fin sotto l’albero e…fora. 
Ripariamo la foratura, mangiamo le pere e di nuovo in sella, attraverso muretti a secco e masserie, fino a Ruvo di Puglia.
A Ruvo non possiamo non fermarci per uno spuntino veloce in una delle famose aziende casearie del posto. Pranzo a base di mozzarelle, burratine e formaggi vari. Ora siamo pieni d’energia, Bari ci aspetta.

 
A Bari ci accoglie un mare meraviglioso e una città semi deserta. E’ bello rivedere il mare dopo tanti chilometri. Ci fermiamo sul lungomare e poi a un bar per una tonica con limone. Siamo emozionati. Manca davvero poco. Siamo orgogliosi perché il viaggio non è stato facile. Ma siamo anche un po’ tristi perché è già finito. Da domani torneremo alla nostra vita di tutti i giorni. Non ci diciamo niente ma entrambi sappiamo quello a cui stiamo pensando.

Pedaliamo da Bari a Mola per gli ultimi pochi chilometri della nostra avventura lungo la complanare della statale 16. Da un lato c’è il mare che ci guarda incuriosito. Dall’altro lato ci sono le macchine della SS16 che corrono e ci ricordano che domani il nostro viaggio sarà finito. C’è un vento inusuale che soffia da sud-est.  E un vento caldo che soffia contro di noi. Qui, quasi sempre, il vento di maestrale o di tramontana soffia da nord. Invece oggi c’è questo vento così strano che ci rallenta, quasi a volerci trattenere. Pedaliamo contro. Spingiamo sui pedali con forza ed ostinazione. Verso casa. Contro vento. Il vento asciuga tutto il nostro sudore. Più pedaliamo, più il vento aumenta. E’ faticoso ma non molliamo. 

Mola è lì, davanti a noi.

CASA

Siamo a casa. Dieci giorni fa siamo partiti dal lato opposto del nostro Sud Italia, lo abbiamo tagliato in bicicletta, pedalando attraverso strade e luoghi a noi sconosciuti, ci siamo persi, abbiamo ritrovato la via, abbiamo conosciuto tantissima gente, abbiamo riso e abbiamo faticato.
Non sapevamo nulla di quello che ci avrebbe riservato una esperienza del genere però qualcosa dentro noi ci diceva di farla. Ed una volta scesi dal sellino delle nostre biciclette, forse, lo abbiamo capito.
Viaggiare in bici significa vedere il mondo a venti all’ora, sudarsi la meta, conoscere l’intermezzo prima ancora di tale sudata meta, omaggiare e rispettare la terra che percorri, immergerti in essa e conoscerla in maniera un po’ più approfondita.
Viaggiare in bici vuol dire privarsi delle comodità quotidiane, per dare loro un nuovo valore.
Viaggiare in bici ti riavvicina ad una dimensione umana fatta di semplicità di rapporti, dello scambio e della comunione con la terra e i luoghi che attraversi. Ti permette di conoscere ed aprirti a sconosciuti e di ritrovarti improvvisamente ad offrir loro da bere, sempre se non l’abbiano fatto prima loro.
Viaggiando in bici impari a non preoccuparti delle tue condizioni esteriori o di come sei pettinato.
Viaggiando in bici ti si dischiude un nuovo concetto di viaggio che difficilmente poi riuscirai ad abbandonare.
Ma soprattutto, viaggiando in bici, lentamente, rispettando e conoscendo quello che la strada ti riserva, ti fa comprendere quanta umanità esiste ancora e che purtroppo ci perdiamo persi ed intrappolati nei ritmi frenetici della cosiddetta società civile.

Questo è stato il nostro Sud Coast To Coast. Un lento viaggio in bicicletta in cui abbiamo avuto il tempo di apprezzare quello che avevamo intorno, i paesaggi, i colori, gli odori del nostro meraviglioso Sud. Un viaggio che ci ha portato a far tappa nei paesi più piccoli e irraggiungibili del nostro entroterra, luoghi in cui il tempo scorre lentamente e ti fa apprezzare i rapporti umani, le tradizioni, il valore delle piccole cose. Forse è questo il filo conduttore del nostro viaggio in bicicletta attraverso i paesi del sud. È un inno alla lentezza come unica strada per riscoprire quei valori troppo spesso dimenticati.

La foto finale l’abbiamo fatta sul lungomare di Mola di Bari, appena tornati a casa.
Oggi, la prima cosa che ci viene in mente riguarda proprio questo termine, “casa”. Perché, dovete sapere, che noi ci siamo sentiti a casa in ogni paese che abbiamo attraversato, in ogni angolo sperduto che abbiamo toccato e di questo dobbiamo ringraziare tutte quelle meravigliose persone che vedendoci arrivare pedalando per le vie del proprio paese ci hanno accolto con sorrisi, gentilezza e una disponibilità che non dimenticheremo mai. Il nostro grazie va a tutti voi e, chissà, forse un giorno capiterà di rivederci. Voi ogni tanto un’occhiata all’ingresso del vostro paese datela, non si sa mai spuntino all’orizzonte due pazzi con caschetto da ciclista.

Questa esperienza non ci ha riempito solo il cuore e l’anima. Vi ricordate della busta che il signor Nicola ci ha dato prima che lasciassimo Spinazzola? Beh, gli ultimi chilometri verso casa li abbiamo fatti trasportando tutto questo ben di Dio. Evviva il Sud!!! E ci vediamo al prossimo SudCoastToCoast! Ciao!

Tutte le foto e ulteriori aneddoti li trovate nella nostra pagina facebook:
www.facebook.com/SudCoastToCoast/